Stereoinvaders.com about “Rituals”

Voto
7,5
Scritta da Alessandro “Jena” Gionta
Devo essere sincero: quando ho letto di quattro ragazze che suonano doom-death, ho storto non
poco il naso. Purtroppo su alcune questioni ho dei pregiudizi, perchè così come i ragazzi hanno una
certa attitudine a giocare a calcio e a suonare metal estremo, così le ragazze hanno questa attitudine
per la danza e per il canto “dolce”. Non è sempre così per fortuna, altrimenti non sarei qui a elogiare
l’ottimo lavoro svolto da Nadine, Jessica, Alexandra e Sarah (shEver) con “Rituals”. Dunque queste
signorine cosa ci propongono? Niente meno di un buonissimo doom-death con una spruzzata di black
metal qua e là che ha fatto presa sul sottoscritto. Prodotto sotto la label Totalrust Music, “Rituals” ha
esattamente tutto ciò che un fan esige dal doom-death, genere sperimentato e partorito dalle geniali
menti di Paradise Lost, My Dying Bride e Anathema nei primi anni novanta: riff pesanti e monolitici,
tempi lenti ed ossessivi, aperture arpeggiate e malinconiche, cantato in growl e in screaming
padroneggiato in modo esemplare da un’ispiratissima Alexandra, intervallanto da qualche mistico
sussurro. “Rituals” presenta sei brani con queste caratteristiche per una lunghezza media di otto
minuti a brano, in perfetta sintonia sia con il genere che suonano sia con le loro muse ispiratrici. Da
notare che oltre ai classici testi in inglese di “Ritual Of Chaos”, a mio avviso la migliore delle sei
insieme a “(You Are) The Mirror”, il quartetto femminile ci presenta due ottimi brani, uno in spagnolo
(“Delirio”) e uno in francese (“Je Suis Nee”). La chiusura spetta alla spettrale “Tha He Na Te”. Tutto il
complesso, compreso l’artwork, è splendidamente avvolto da un’oscura e maligna atmosfera, che
tocca le vette più alte quando entra da protagonista la demoniaca voce di Alexandra. “Rituals” è la
parola chiave di questo disco, poichè in ogni traccia c’è sempre spazio per una sorta di ‘chorus rituale’
che impreziosisce ogni brano di un certo misticismo. ‘shEver’ è un progetto da prendere seriamente

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